Parlare di cittadinanza educativa significa riconoscere il principio fondante del concetto di educazione: un’azione che comporta il fatto di “tirar fuori”, come rivela l’etimo latino educere. Significa fondamentale esplicitare conoscenza e non solo acquisirla,”mettendo dentro” cognizioni secondo i procedimenti didattici ordinari. Ci piace in tal senso associare l’idea di educazione al principio di cittadinanza attiva, in quanto disponibilità a relazionarsi con gli altri nello spazio pubblico delle città e delle comunità per crescere insieme. Guardandosi intorno, ascoltando le voci dei protagonisti che hanno vissuto nei territori, esplorare le città per vivere un’esperienza di “apprendimento dappertutto”. In questo senso si può intravedere un futuro progressivo dei sistemi educativi che non possono ignorare la necessità di un continuo cambiamento in relazione al mondo che corre. E’ in questo senso (aperto alle dinamiche del cambiamento, a partire dalle complessità multiculturali) che amiamo declinare al plurale questa linea d’attenzione, parlando quindi di #cittadinanzeducative, traducendolo già in un hashtag da rilanciare sui social media. Una parola chiave che contempla al suo interno sia i diversi aspetti del multiculturalismo, a partire dai flussi dei migranti con cui condividere lo spazio pubblico dei nostri territori, sia nel contesto di un turismo da riconfigurare (a partire dai principi esperienziali) per le vocazioni innate dell’Italia, da sempre terra d’attrazione e crocevia di culture. #cittadinanzeducative è una tag che c’invita a rimetterci in cammino, sperimentando, mettendoci in gioco, ridefinendo i rapporti tra società e mercato, tra Società (Big Society?) e Stato.
Quanto è importante imparare a imparare: attivando quella forza motrice dell’apprendimento che comporta un’alimentazione continua dell’attenzione, della curiosità e conseguentemente della selezione. Si, bisogna saper scegliere. E’ qui che scatta il processo virtuoso della conoscenza. Bisogna ritrovare il valore del “guardarsi intorno”, partendo dall’assunto che non s’impara solo su libri o su schermi ma dagli altri e dalle cose che ci circondano. Amiamo definire questo processo “l’apprendimento dappertutto”, approccio di cui si tratta in questa conversazione condotta nell’ambito del progetto EduSkill, con Marco Rossi Doria, già maestro di strada a Napoli negli anni Ottanta, quand’era sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione. Si parla del guardarsi intorno camminando per le città e anche di considerare il web come nuovo spazio pubblico per l’apprendimento continuo.
Una suggestione forte arriva dal mondo delle api che esprime uno straordinario livello di autoregolazione e di intelligenza connettiva (vedi questo saggio per un libro dell’Università di Urbino introdotto dal grande entomologio Giorgio Celli nell’ambito di questo progetto del 2009 e anche questo video con notazioni). E’ sulla base di questa intelligenza dello sciame esplorante, creativo e produttivo che ora, come Urban Experience, sciamiamo dappertutto con i nostri walkabout, esplicitando questa potenzialità anche in relazione ai contesti di chi si occupa di sistemi educativi (come recentemente a Genova), dove negli anni Novanta abbiamo operato intensamente. Si tratta di format di comunicazione ludico-partecipativa in cui si esplicita una condizione di apprendimento continuo, dappertutto, cogliendo i segni delle città e degli ambienti che percorriamo per restituirli sia nella passeggiata peripatetica sia nelle conversazioni web su twitter: facendo esperienza con “i piedi per terra e la testa nel cloud”.
Forse il punto cardine è proprio qui: nell’interazione tra web e territorio, inventando format di performing media capaci di attivare nuove forme dell’attenzione, della partecipazione e dell’apprendimento.
La progettualità di Urban Experience si basa sulla pratica di performing media (1) che usa smartphone e mappe interattive, esplicitando le potenzialità di storytelling del web integrate con eventi ludico-partecipativi (2) di azione nel territorio, secondo il principio del SoLoMo (Social Local Mobile).
Emblematico in tal senso è stato Teatri della Memoria (3), un progetto che coniuga le memorie orali con i linguaggi multimediali per sollecitare un’ esperienza di esplorazione del territorio di Roma Nord, a Balduina, Monte Mario e Ottavia, svolto nel gennaio 2013. Uno sviluppo della linea di ricerca avviata già nel 2005 ( a Torino, confluita poi nella Mappa Emozionale della Memoria Antifascista) definita Memoria-Reti-Territorio.
Attraverso una mappa web i più giovani (dai bambini delle elementari ai ragazzi dei licei) hanno seguito, in una serie di passeggiate definite walk show, i percorsi narrati dai più anziani (rilevati via smartphone e ascoltabili via radio) promuovendo scambio inter-generazionale per un teatro della memoria che di fatto ha esplicitato il significato preciso di “heritage”, troppo spesso associato esclusivamente al patrimonio dei beni culturali, la traduzione precisa è “eredità”, il valore fondante lo scambio tra generazioni. E’ importante contestualizzare qualsiasi processo culturale ed educativo come scambio tra generazioni, magari condividendo uno sguardo sul territorio, scoprendo (e riscoprendo) insieme i luoghi topici di una comunità, questa modalità d’esplorazione associata alla conversazione errante (grazie ai sistemi radio e gli smartphone) permette così di attuare un ”apprendimento dappertutto”, attivando una forma inedita e coinvolgente di cittadinanza educativa.
I walk show (passeggiate radio e web assistite) hanno così rilevato il genius loci narrato da chi vi ha tracciato esperienza perché sia ascoltato ed esplorato, come nei percorsi, mappati in un geoblog (4) tra le “memorie rurali” dell’Agro Romano a Casal del Marmo o nel parco del’ex-manicomio del S.Maria della Pietà, ascoltando gli “alberi parlanti” (5).
Il geoblogging (inaugurato per le Olimpiadi “Torino 2006”, progettato quando googlemaps non c’era ancora) è un format che ha coniato un concetto: “scrivere storie sulle geografie”. Una pratica che dà ulteriore forma ai flussi urbani al tempo del web 2.0, coniugando politica e poetica delle reti (6), creando mappe esperienziali.
Una soluzione funzionale al geoblogging, in termini d’interaction design, sono i mobtag (detti anche qr-code), particolari codici grafici che trasmettono link attivi agli smartphone.
Uno dei primi utilizzi dei mobtag è stato a Torino nel gennaio 2007, nell’ambito delle Universiadi e in relazione con la Giornata della Memoria, per un happening nomade promosso con Acmos che dall’Università è giunto alla Stazione di Porta Nuova dove era in partenza un treno per Auschwitz con gli studenti delle scuole piemontesi. Lungo il percorso si transitava presso alcuni luoghi dove erano stati vissuti capitoli cruciali della storia dell’antifascismo e in prossimità di questi, attraverso i mobtag si linkava alle pagine web del geoblog Mappa Emozionale dei Luoghi della Memoria Antifascista (7) a Torino.
Quella piattaforma (sviluppata dal PerformingMediaLab che ha sede a Torino in un bene confiscato alle mafie) ha trovato molti altri sviluppi in diversi contesti, tra cui quella delle Microstorie di Corviale (8) che ha visto i bambini delle elementari esplorare quel condominio lungo un chilometro e viene modellizzata nei format formativi degli Experience Lab: il performing media per l’innovazione territoriale, sociale ed educativa (9).
Questo percorso definito l'”apprendimento dappertutto” trova le sue radici sia nella sperimentazione dei linguaggi per l’animazione teatrale negli anni Settanta sia nell’attenzione costante verso le nuove tecnologie per l’apprendimento (con un evento cardine nel 1996 al Salone del Libro), ambiti di cui si tratta qui, un post relativo a un’inchiesta di La Repubblica sull’educazione emotiva.
- Performing Media. La nuova spettacolarità della comunicazione interattiva e mobile (Novecentolibri, 2004)
- Imparare giocando (Bollati Boringhieri, 2000).
- Il flyer del progetto del 2013 per Roma Capitale. La piattaforma teatridellamemoria.org sviluppata nel 2004 in Lunigiana, per un progetto sulla Resistenza al nazifasismo che ha visto coinvolti Ascanio Celestini e Studio Azzurro.
- http://www.geoblog.it/romaXIX/
- http://www.urbanexperience.it/cooltour/
- Performing Media 1.1 Politica e poetica delle reti(Memori, 2006)
- http://memoria.acmos.net/
- http://www.geoblog.it/arvalia/
- http://www.urbanexperience.it/groups/experience-lab/forum/topic/un-progetto-di-formazione-e-azione-multimediale-ludico-partecipativa/
videoreport dei walk show di Teatri della Memoria
video sul geoblog di Teatri della Memoria
Qui sotto uno stralcio dell’intervento ripreso dal libro di Luigi Berlinguer “Ri-creazione.Una scuola di qualità per tutti e per ciascuno” (Liguori, 2014).