Giro Vedo Cose (si, proprio così). E sto ritrovando un gusto perduto, da quando, nel secolo scorso, facevo il critico teatrale. M’interrogo più che sull’offerta di spettacolo sulla domanda. A partire dalla mia. Cosa cerco?
Vado a Palermo per Città Invisibili, un happening del Teatro di Potlach nell’ambito del Progetto Europeo Medins – Identity is Future: The Mediterranean Intangible Space che nella Vucciria di Palermo (un dispositivo urbano entropico, un suk alla deriva, in abbandono progressivo per strategie urbanistioche mafiose suppongo, eppure forte come pochi altri luoghi…) fa accadere qualcosa che va nella direzione che m’interessa, il Site Specific. E’ quella linea di ricerca tesa a creare eventi modulando i luoghi come materiale drammaturgico ancor più che scenografico. Dà luogo alla partecipazione ludica.
E’ questo uno dei punti: dare forma alla domanda informale di festa che ci si porta dentro. E accadono cose impensabili: come questa performance improvvisa di danza classica odissi in una stalla (vera) che fu già teatrino di Pupi (la deriva entropica del suk). La scena sa di letame ma la danza evoca il profumo di Champak e quel cavallo si trasmuta in Ganesh.
Ecco una ripresa al volo (senza audio, purtroppo…il raga si mixava con la “vucciria” palermitana, vera colonna sonora dell’happening) che ho messo su YouTube.
Nella pagina che segue, parlo di Aria, il festival SiteSpecific che si è svolto all’isola di Palmaria.
Come tutte le isole Palmaria si sgancia dallo spazio-tempo ordinario e si fa luogo di un’alterità che (una volta tanto, sottraendo quello scoglio mirabile davanti a PortoVenere alla blanda villeggiatura delle famiglie di marinai militari) sa interpretare il “genius loci” (veramente, non come altri che sparano titoli a caso) di spazi come la fortezza, angustiante… roba da Deserto dei Tartari
E lì che trova luogo Horror Vacui, un’azione disseminata in questo ex-carcere che rilascia sentimento di desolazione e che i performer ( il Balletto Civile diretto dalla straordinaria Michela Lucenti) esaltano con apparizioni acrobatiche e sonorità molto site specific, facendo risonare cancellate e pavimenti cavi.
E’ tutto molto fisico, rasenta la seduzione (s’evoca il “Don Giovanni” di Moliere) ma ciò che passa è il gioco ironioco sulla coercizione umana, con un tocco divertito di bondage .